Questa, è la storia mai raccolta, concatenante una serie di eventi climatici – temporaleschi, che hanno investito nel giro di pochi anni, una zona volubile, sia a rischio idrogeologico, sia per la sua collocazione geografica, tra mare e monte: Mili Marina, villaggio per lo più dimenticato nel profondo Sud della città, che fa riferimento alla I Circoscrizione. Non fosse per il Vetusto simbolo di epoca fascista, che affranca e unisce la Vecchia Nazionale del paese suddivisa in due parti, oggi, 70 anni dopo, non avremmo di che parlare.

Ma lo sconquasso generazionale su cui sorvoleremo, per entrare nel merito della discussione, ci riporta ai giorni nostri, quelli invisi alla Democrazia, alle correnti, ai giochi spesso alterati di una dialettica politica, che sembrano voler frantumare le già precarie condizioni del Luogo, senza apporre un serio rimedio per la frazionata comunità. I primi segnali di pericolo, si ebbero nella metà del 2013 – Era Accorinti; poi, nel Settembre 2014, una forte sciroccata provvidamente avvenuta nelle ore notturne, causò il cedimento di alcuni pezzi di blocco del ponte, rovinandosi per strada senza coinvolgere pedoni o veicoli di transito.

Da quel momento, la sindrome dell’annuncite, divenne parodia insormontabile giostrata a piè parti, senza mai entrare però, nel merito della questione. Ricordiamo molte dichiarazioni di esponenti, di cui tacciamo i nomi – per non ridere amaramente, ma comunque raggiungibili in rete con le dovute ricerche, di interventi programmati volti alla messa in sicurezza dai fondi Tasi, (correva l’anno 2014!), e le stesse veline, si spinsero sempre alla garanzia di facciata promozionale per tutto il 2015. Un solerte cittadino, osò persino presentare esposti c/o la Procura della Repubblica, al Prefetto, interrogazioni protocollate al Comune, Quartiere …

Un infinito circuito burocratico solo per chiedere esclusivamente Sicurezza per il luogo in questione, e quando a fine Maggio del 2015, intervenirono Vigili del Fuoco, uomini della Forestale e Tecnici del Comune, per la chiusura del Ponte Bianco sollecitati dalla Procura, il blitz/bluff durò giusto un quarto d’ora, quando tutti gli attori protagonisti dello storytelling politichese, assunsero con gratitudine quanto finalmente dichiarato dai rilievi: la struttura e solida! Come penultima tappa, si arriva al Settembre 2015, col recupero dei fondi Pac, (3,6milioni), ma neppure un soldino è stato speso per la manutenzione dell’opera fascista.

Da qui in avanti, il restringimento della strada, la copertura del Vessillo, onde evitare caduta di calcinacci, una marea di cartelli piantati senza alcun criterio o logica di mese in mese, (senza tralasciare i problemi nati dal reticolato posto, con piccoli incidenti di poco conto, che ne hanno fatto traballare la precaria recinzione), sommate, a questo punto, alle inutili richieste di qualche privato cittadino che non si è mai arreso. 

Concludiamo, con la nota ufficiale che annovera Messina, tra le città che hanno ricevuto il bando di finanziamento, stanziato dal Governo Nazionale, (18 milioni di euro!), che serviranno per risanare tutte quelle zone degradate della periferia, con un concentramento mirato sulla zona Sud, si legge. Rientrerà negli interventi l’opera incompiuta del suddetto Ponte di Mili, che giace alla mercè del tempo? To be continued …