Articolo tratto, da: “www.vocedipopolo.it”.
Il piccolo migrante di tre anni sbarcato a Messina la scorsa domenica 22 aprile, sta bene ed è in attesa di ricongiungersi con la madre. Premesso questo che è la notizia più importante, c’è poi la querelle nata tra volontari della caratura di Clelia Marano, assistente sociale, che da sempre si occupa di migranti e del coordinamento del “Centro Migranti” del Papardo, la politica pentastellata rappresentata da Antonio De Luca, deputato regionale, e da Grazia D’Angelo deputata nazionale del M5S, e l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Messina.
Il punto in questione, la domanda è: “come c’è finito un migrante minore, di soli tre anni, al centro di prima accoglienza della Caserma Gasparro a Bisconte?”.
I FATTI: Domenica 22 aprile arriva al molo Norimberga il pattugliatore della Guardia di Finanza “Inzucchi” con 20 migranti a bordo. Ma il numero inizialmente comunicato era di 21 migranti. La differenza di una unità ha un nome e cognome, ovviamente, ed è quello di una donna che è stata sbarcata in emergenza a Lampedusa viste le sue condizioni critiche.
La donna è in stato di gravidanza e le sue condizioni sono tali da far decidere il suo sbarco immediato per trasferirla in elisoccorso ad Agrigento. Ma la donna non è sola: con lei viaggia un altro dei suoi figli, un piccolo di tre anni che non seguirà la madre nel suo viaggio in ospedale, ma resta sulla nave. Ma con chi resta il piccolo?
LE DOMANDE
Ecco, questa è la domanda fondamentale, secondo noi, da cui scaturisce la “querelle” di cui sopra: era un minore migrante non accompagnato? E se era accompagnato da chi? L’identità dei o del suo accompagnatore era stata accertata? E come mai all’arrivo al molo Norimberga di Messina non c’era nessuna assistente sociale del Dipartimento Servizi Sociali del Comune di Messina ad attenderlo? Come mai dal molo è stato trasferito al Papardo in ambulanza? E da lì perchè il piccolo è finito alla struttura di prima accoglienza per soli adulti di Bisconte? Perchè sempre in ambulanza e senza alcun operatore sociale?
Questi gli interrogativi che ci siamo posti come se li sono posti gli operatori del “Centro Migranti” del Papardo, così come i deputati pentastellati che nella giornata di ieri hanno fatto un ispezione presso la caserma Gasparro di Bisconte trovando lì quel bambino, seppur in buone condizioni. Cosa c’è di sbagliato in questa vicenda? Sempre se errori vi siano stati.
I FATTI PUNTO PER PUNTO NARRATI DALL’ASSESSORA SANTISI
Per fugare ogni dubbio e per avere maggiore contezza della vicenda siamo andati ad ascoltare l’assessora Nina Santisi che, punto per punto, ci ha spiegato e raccontato come sono andate le cose. Ovviamente ogni dichiarazione fattaci nell’intervista/colloquio può essere (e probabilmente lo sarà) ulteriormente argomentata e dibattuta da chi ritiene che le cose dovevano andare diversamente, ma ciò che segue è la puntuale narrazione di eventi, peraltro riportati dall’assessorato nel Report inviato alla Prefettura.
Assessore, come mai non c’erano quel giorno assistenti sociali ad accogliere il bambino al suo sbarco al Molo Norimberga?
“Lei conosce le procedure adesso quali sono?”
So che in caso di minore non accompagnato debba esserci allo sbarco un’assistente sociale.
“Da quando gli sbarchi non avvengono più al molo Marconi, ma si svolgono al molo Norimberga, il processo di identificazione non viene più fatto allo sbarco ma viene fatto alla caserma Gasparro. Quindi il Comune di Messina non è più presente al molo, perché la Prefettura non sapendo chi è di età maggiore o minore. Nel momento in cui gli operatori della Questura si accorgono che vi sono minori, la Prefettura investe l’assessorato, che interviene alla Gasparro e distribuisce i minori in funzione dell’età presso i centri di prima accoglienza. Solo, quindi, su disposizione diretta della Prefettura le assistenti sociali del Comune intervengono. Il Comune dispone si sole 17 operatrici su una popolazione che in base al rapporto previsto dovrebbe averne oltre 50.”
Siamo a conoscenza che comunque una delle vostre assistenti sociali, telefonicamente, si è interessata del piccolo migrante.
“La dottoressa Isaja, assistente sociale del Comune di Messina, ha preso subito in carico la situazione su sollecitazione di Clelia Marano. Il messaggio della Marano che sollecitava l’intervento delle assistenti sociali riportava il seguente testo ‘Al Papardo c’è un minore accompagnato..’ . La Marano in particolare segnalava che chi accompagnava il piccolo ‘non sembrava prendersi adeguatamente cura del bambino’. Dunque la stesa Marano era a conoscenza del fatto che il bambino fosse accompagnato da una parente.”
Come facevate a sapere che questa persona con la quale stava il piccolo fosse davvero una parente?
“L’identità della donna 34 enne che accudiva il bambino era stato accertato con scheda identificativa della Polizia che è la cugina della mamma del bambino.”
Ma il bambino e la cugina della mamma erano stati portati al Papardo direttamente dal molo senza passare dalla Gasparro, dunque senza essere stati identificati. Chi e quando aveva provveduto all’identificazione della giovane donna che accudiva il bambino?
“Il giorno 21, quando la madre del piccolo migrante venne sbarcata d’urgenza a Lampedusa per essere trasportata in ospedale, affidò il figlio a questa donna indicandola come la propria cugina. Da qui il processo di identificazione formale che si desume dalla scheda della Polizia.”
Perché il bambino, una volta sbarcato, viene portato in ambulanza al Papardo? Era solo durante il trasporto?
“Il protocollo tra Asp, Questura, Istituzioni e volontariato di Protezione Civile, nel momento in cui si identifica la necessità di intervenire con cure sanitarie, si trasferisce colui che ne necessita presso il Policlinico o il Papardo.”
Pertanto il bambino aveva bisogno di cure…
“Si, il bambino sulla scheda è stato annotato che aveva la febbre e pertanto il medico presente al molo Norimberga, il dottor Enzo Picciolo, ne ha disposto il trasporto presso il Papardo. Si è preferito trasferirlo al Papardo per la presenza dello Sportello Migranti, cosa che al Policlinico non c’è. Inoltre la scheda inerente il minore in questione annota la presenza di una parente diretta in qualità di accompagnatrice del piccolo, identificata come già detto quale la cugina della madre. Insieme alla donna vi era pure un uomo, ma sulla identità ed il grado di parentela della donna siamo certi in base a quanto riscontrato. “
Lo Sportello Migranti del Papardo, però, segnala un’inadeguata attenzione da parte di quest’uomo e questa donna nei confronti del bambino. E’ un problema di cui vi siete fatti carico?
“Clelia Marano segnalò all’assistente sociale Isaia telefonicamente il problema, comunicandoci anche che i volontari del Centro si stavano occupando di accudirlo. Per noi non era un minore non accompagnato, in quanto assistito da una parente accertata. In ogni caso l’assistente sociale Isaia che aveva da tempo terminato le operazioni di rito alla Gasparro ed era rientrata a caso, ritiene di tornare nuovamente alla Gasparro per accertarsi delle condizioni del bambino. E’ stato così fatto un colloquio con la cugina del bambino ed anche con l’uomo che li accompagnava. Inoltre si era comunque provveduto a reperire eventuali possibilità di collocamento del piccolo”.
Ma perchè il piccolo viene portato alla Gasparro?
“Tutti i migranti che sbarcano a Messina devono passare per la ex Caserma Gasparro, così come anche il bambino, in quanto accompagnato dalla cugina della madre. Cosa ben diversa se fosse arrivato solo. I minori non accompagnati vengono di regola, invece, trasferiti in centri appositi, come gli Sprar o le case famiglia e con la tutela e la presenza di un’assistente sociale del Comune di Messina. Ma non era questo il caso. Nel caso dei nuclei familiari la gestione è governativa e non attiene alla discrezionalità del Comune di Messina”
E adesso?
“Il bambino sta bene e la cugina della madre ha chiesto il ricongiungimento di ambedue con la mamma del piccolo che nel frattempo ha partorito con taglio cesareo e si trova ricoverata a Palermo. Si provvederà, pertanto in questa direzione”.
Questi i fatti narrati punto per punto da assessore Santisi e assistenti sociali. La notizia migliore? Che il bambino stia bene e che potrà presto riabbracciare mamma ed il nuovo fratellino.