E’ alquanto difficile, fare un riepilogo delle precedenti puntate, sul farraginoso stato di Poste Italiane Messina. Abituati ormai a tutto, i cittadini dello Stretto, hanno in qualche modo perso l’abitudine della corrispondenza, costretti a effetti drastici, nonché burocratici e legali, dovendo far fronte a pendenze, bollette scadute, o nei peggiori dei casi, anche al distacco dei servizi primari, per avvenuta morosità.
Così, la migrazione corrente dai villaggi più disparati, (un Esodo umano!), si riversa inesorabilmente fino agli uffici del centro recapiti di via Olimpia o Pistunina: uomini e donne spazientiti, provati nello spirito, ma anche anziani, spesso costretti a dover ritornare, o a trovarsi porte chiuse, sommate alla difficile – e in tal casi vaga comunicazione agli sportelli, svilendo gli ignari aventi diritto, alla propria corrispondenza, financo giungendo ad un dialettale scambio di improperi, scadente e insormontabile muro di urla e incomprensioni oggettive.
In parte, solo una breve odissea, questa, del travaglio comune dei messinesi, anche per quelli più avvezzi alla docilità, che si erano comunque abituati a recarsi alla Sede di Pistunina, trovando magnanimità in qualche postino che permetteva loro, di ritirare direttamente sul retro, i preziosi documenti/pacchetti, nello stanzone dove gli stessi si preparano per le mansioni di giornata. Ma da quella stessa porta a vetri ermeticamente chiusa ed il cartello a bella vista parla chiaro, “si prega cortesemente di non insistere”.
Inoltre, scomparsa anche questa vana speranza, (cosa non si fa per non perdere l’abitudine alla Democrazia!), e la figura stessa del postino, ad essersi letteralmente eclissata. Al suo posto, raramente, figurano giovani portalettere inesperti, che tentano in qualche modo di orientarsi per vie e contrade avverse della periferia, in cerca del destinatario, spesso assorti a bighellonare con lo smartphone, o a sostare col motorino in situazioni alquanto disparate, come ci è stato segnalato sulla SS 114. Un quadro abbastanza umiliante questo, che annovera Messina, verso un dilantettismo nel naufragar senza certezza!