Anche a Messina nelle ultime ore, si sono moltiplicate le reazioni al Decreto Sicurezza del Governo. Le polemiche che infiammano il dibattito nazionale e che sono venute alla luce hanno determinato uno scontro istituzionale spostatosi a livello territoriale.
Non ci sono solo i sindaci capeggiati da Leoluca Orlando e Luigi de Magistris primi cittadini di Palermo e Napoli, che hanno deciso di sospendere in autotutela la norma (voluta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini), in attesa di conoscere l’esito degli approfondimenti giuridici chiesti per comprendere se e quali violazioni potrebbero derivare dall’applicazione del testo. Il tema ora, si è spostato anche presso il Consiglio comunale di Palazzo Zanca, dove è stata presentata una mozione sottoscritta dai rappresentanti del centro sinistra.
A dire la loro adesso, anche esponenti della società civile, quindi nel territorio cittadino ha preso vita il Comitato -Apriamo lo Stretto-, che vede come portavoce Paolo Barbera, ex consigliere del V° Quartiere. Il sodalizio lancia una appello a tutti coloro che vogliono impegnarsi per fare pressione su Assise municipale, Giunta e sindaco, affinché anche a Messina si sospendano immediatamente gli effetti del Decreto.
In una nota, Barbera evidenzia: “sentiamo il bisogno di dover intraprendere questa battaglia di civiltà senza bandiere e senza colori ma con un unico obiettivo… costruire una società più giusta ed equa per tutti. La storia della nostra Città ci insegna che aprire le nostre vite a culture diverse, equivale ad un percorso di crescita sociale e collettiva per un’intera Comunità”.
Barbera, prosegue: “siamo solidali, con tutti quei sindaci, amministratori che in questi giorni, in queste ore stanno prendendo posizione sull’attuazione di questi -dis-umani- decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato dalla povertà e dalla guerra. La negazione dell’iscrizione anagrafica crea fantasmi e produce l’illegalità che il Governo dichiara di voler combattere”.
Intanto sui social, è stata avviata una petizione, non si esclude che l’argomento possa essere portato trta i cittadini organizzando manifestazioni di sensibilizzazione in piazza.