Un ennesimo caso di violenza sulle donne e maltrattamenti in famiglia è emerso grazie all’attività investigativa posta in essere dai carabinieri di Gizzeria (CZ). Un uomo di 52 anni, di origini lametine è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria gravato dalle ipotesi di reato consistenti in maltrattamenti e violenza sessuale pluriaggravata. E’ stata la Procura della Repubblica di Lamezia, ad emettere il provvedimento di arresto nei confronti di Francesco Giordano Aloisio, sospettato di avere segregato la propria convivente di nazionalità rumena per dieci anni da quando la stessa ne aveva 19, costringendola a subire rapporti non consenzienti e facendola vivere in ambienti non idonei dal punto di vista igienico sanitario.
Mentre l’arrestato transitava con la sua moto ape, su una strada di campagna in provincia di Catanzaro, unitamente ad un bambino di 9 anni, è stato fermato dai militari dell’Arma che notando le precarie condizioni del minore hanno deciso di indagare su quell’uomo, già in passato resosi protagonista di violenze sessuali e vessazioni all’interno del nucleo familiare. Nonostante il 52enne sostenesse di essere senza fissa dimora, gli uomini in divisa si sono fatti accompagnare presso un luogo da lui indicato, scoprendo una baracca costruita con scarti di legno, lamiere di piombo ed altri materiali di risulta. All’interno della struttura fatiscente, è stata rinvenuta la vittima legata al letto in compagnia di una bambina di 3 anni, anche lei sporca e con vestiti strappati e denutrita come il fratellino.
Le condizioni ambientali erano caratterizzate da fetore ovunque, presenza di bidoni con acqua putrida e scatole con all’interno escrementi, una situazione talmente pesante che ha reso difficile la respirazione anche ai rappresentanti dello Stato intervenuti per porre fine a queste angherie. La ragazza, nel corso di un interrogatorio ha riferito di aver conosciuto il suo aguzzino, quando lavorava come badante per l’ex moglie (ormai deceduta) del Giordano. Dopo la morte della signora, il violentatore l’ha segregata costringendola in stato di sottomissione violentandola ripetutamente, massacrandola di botte anche in testa e causandogli lesioni alle parti intime, che le venivano suturate con del filo da pesca. La giovane poi, non si lavava da oltre un anno.
Vista l’evidente gravità, ed un quadro indiziario alquanto probante, Giordano è stato subito arrestato dalle forze dell’ordine, mentre la madre con i due figli è stata affidata alle cure degli assistenti sociali ed alloggiata in un luogo più consono. Salvatore Curcio, procuratore capo di Lamezia, ha riferito piuttosto allibito, che in tre decenni carriera non ha mai assistito ad un caso del genere.