Tramandare nel corso dei decenni, la falsa concezione che tutto sia velocemente accettabile, nella buona e nella cattiva sorte, un matrimonio da sempre stipulato con i cittadini, un contratto che spesso sembra raccontare un’altra verità – bizzarra talvolta, ma pur sempre iconoclasta nel suo non agire, per un interesse tangibile, che tarda ad obliterare quei traguardi di puro buon senso collettivo. Il collasso assistito della Vecchia Nazionale, in un lungo tratto di abitazioni dei villaggi Mili Moleti e Galati Marina, sono lo stereotipo assistito di questa strana connivenza, ove lo sconforto maggiore, si attesta nelle condizioni disastrate del manto stradale, di cui da chissà quanto tempo, non si ricorda/riporta alcun intervento.

L’emorragia che si prospetta in questa parte della zona Sud, sembra comunque convivere bene, con la diseguaglianza che si ha della piccola popolazione ivi residente, poiché al di là del ponte di Galati Marina, demolito e collaudato a suon di elogi e meritocrazia, ciò che financo emerge, è la disparità, più o meno spudorata, nell’aver predisposto i lavori di asfalto per la strada (estate 2014), per consentirne maggiore fruibilità alla processione religiosa, senza accertarsi però, di avere lasciato scoperta, una buona parte della stessa, che pur non ubicata nella centralissima piazza – ovvero il centro del paese, risente di questo declassamento voluto, o comunque dimenticato, annessa nel costante polverone che di fatto, annovera questo luogo della fascia ionica, ad un incompiuta a rischio e pericolo per abitanti e mezzi di passaggio nella suddetta pavimentazione che meritebbe lavori pertinenti, anche per porre rimedio al pericolo costante di incidenti, nella groviera di buche e tombini recintati.