I saluti del giornalista messinese Maurizio Licordari, a Storie Italiane

AL TERMINE DELLA SUA PRIMA STAGIONE SU RAI1, NEL PROGRAMMA DI ELEONORA DANIELE, PER QUELLO CHE E' UN... ARRIVEDERCI

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I saluti del giornalista messinese Maurizio Licordari, al programma condotto su Rai1 da Eleonora Daniele: “sono seduto su uno scomodissimo blocco di cemento, davanti all’aeroporto di Genova. Il mio volo partirà tra circa due ore. Oggi lo aspetto da solo, il mio regista è partito prima, stavolta. È un buon pretesto, per scrivere un po’. La mia prima stagione a Storie Italiane è ufficialmente finita poco più di due ore fa. L’adrenalina per l’ultima diretta non è ancora andata giù, anche se so che presto accadrà e avrò bisogno di riposarmi un po’ per riequilibrare mente e corpo. Sono passati più o meno 10 mesi da quando è iniziata questa avventura”.

“Ricordo i dettagli dei primi contatti, potrei recitare a memoria i contenuti delle prime chiamate. Eleonora, Antonella, Donatella… e poi tutti gli altri, ognuno fondamentale per la riuscita del programma. Farei più fatica a raccontare, passo passo, la strada che, insieme a tutto il gruppo, abbiamo percorso in questi dieci mesi. Mesi di inchieste e di racconti, di lavoro e di sorrisi, di condivisione e di confronto, di gioie e amarezze. Di lunghe attese in stazioni e aeroporti ma anche di partenze all’ultimo minuto, con la valigia chiusa al volo e la costante sensazione di aver dimenticato qualcosa. Con amici e famiglia che ti reclamano e che imparano pian piano ad accettare che salterai pranzi, cene e compleanni. Ma alla prossima ci sono di sicuro ho imparato a raccontare, sapendo già che -sicuro- è un parolone, e che certe promesse non è facile mantenerle”.

“Dieci mesi di nuovi incontri, nuove conoscenze, nuovi luoghi e nuove esperienze. Ho fatto un elenco di tutti i posti in cui sono stato. 90 città, 18 regioni diverse. Avrei voluto conservare una foto di ogni luogo, ne conserverò un ricordo, sperando di tornare in ognuno di quei luoghi e di scoprirne tanti altri. A caccia di altre storie da raccontare, rincorrendo la verità, nel rispetto di chi ci segue e ci premia, dando peso e valore al nostro lavoro. In fondo, Baricco nel suo -Novecento- scriveva che -Non sei veramente fregato finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla-. E allora mi sento di dire grazie. Grazie di cuore. Ancora una volta. Abbiamo appena finito e già non vedo l’ora di ricominciare”.