In questi giorni, fra la cronaca post terremoto del 24 agosto, hanno suscitato scalpore, destando l’attenzione, le vignette del giornale satirico di Parigi, Charlie Hebdo, sul sisma che ha interessato l’Italia centrale. In proposito, ci piace condividere con voi, il parere di una illustre giornalista di Catanzaro, Terri Boemi, che sostiene: “la vignetta non è contro le vittime, la vignetta è contro chi fa accordi con la mafia (o contro la mafia che fa accordi…) che costruisce con cemento depotenziato. Loro (i vignettisti), lo sanno cosa vuol dire guardare in faccia la morte. Il tristo sacco, che m…a fa di quel che si trangugia, no, non è Charlie Hebdo, è Dante che così raffigura Maometto:aperto in due da un taglio verticale lungo tutto il corpo, con le interiora a penzoloni, a spruzzare sangue e a nutrirsi tramite il tristo sacco”.

La Boemi, chiude il suo pensiero, così: “certo, alla mafia non si può attribuire la colpa di aver costruito con i ciottoli di fiume edifici che fanno parte (anzi, per molti l’uso dell’indicativo passato è d’obbligo) del nostro patrimonio storico-culturale. Ma possiamo escludere che nella inadeguatezza delle ricostruzioni (e delle costruzioni), nell’assenza di una mappa geografica e storica dei luoghi più colpiti dalla natura matrigna, nella rapina costante perpetrata ai danni dei nostri territori, non vi siano collusioni? Davvero, pensiamo sia cosi’ improbabile? E siamo davvero convinti, che oggi un terremoto non si possa prevedere? La satira e’ crudele, è un ghigno sbattuto in faccia a chi si lascia travolgere unicamente dalle emozioni del momento. Perché quelle non durano, ma passano. Il dolore di una morte violenta, no”.