“Da iscritto al M5S e da cittadino osservo che ho grandissima ammirazione per Giuseppe Conte, tra l’altro collega professore ordinario di università, per la sua intelligenza, per la sua cultura e per lo stile da nobile personaggio della politica, non casualmente scoperto dalla forza politica dell’onestà…”

A SCRIVERLO OGGI SULLA SUA PAGINA FACEBOOK, E' STATO IL PROFESSORE ED AVVOCATO CARLO TAORMINA, IN RELAZIONE ALLA DUREZZA CON LA QUALE IL PREMIER MARTEDI' SCORSO SI E' ESPRESSO CONTRO IL MINISTRO DELL'INTERNO NELLA SEDE DEL SENATO

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A scriverlo oggi sulla sua pagina Facebook, è il professore ed avvocato Carlo Taormina in relazione alla durezza con la quale il premier si è espresso martedì scorso contro il ministro dell’Interno nella sede del Senato: “da iscritto al M5S e da cittadino osservo che ho grandissima ammirazione per Giuseppe Conte, tra l’altro collega professore ordinario di università, per la sua intelligenza, per la sua cultura e per lo stile da nobile personaggio della politica, non casualmente scoperto dalla forza politica dell’onestà, della spazzacorrotti, della nuova Italia politica”.

Continua il penalista: “ritengo, però, che l’attacco sferrato contro Salvini il 20 agosto lo abbia non poco ridimensionato perché un grande uomo politico non attacca personalmente ed in maniera greve fino alla denigrazione un qualsiasi contraddittore politico, che sia avversario ovvero appartenente alla stessa cordata. Scendere al livello della bega di piazza, alla quale tra l’altro Salvini con grande freddezza e signorilità non ha nemmeno risposto, non è da persona di larghe vedute oltre al fatto che le contestazioni formulate contro Salvini hanno riguardato tutto il periodo del governo gialloverde con la conseguenza che allo stesso Conte può essere rimproverato di non aver attaccato Salvini prima perché teneva alla poltrona di presidente del Consiglio”.

Conclude così Taormina: “è stato giustamente osservato che è stata la prima volta che in un’aula parlamentare sia stato possibile assistere ad una reprimenda come quella consumata da Conte e ciò perché la politica con tutti i suoi difetti ha dei rituali che vanno rispettati perché sono sostanza del confronto dialettico e democratico anche di fronte alla più grave delle contestazioni. Io penso che Conte debba farsi perdonare dagli italiani questa autentica caduta di stile e solo allora potrà tornare ad essere desiderato come uomo di alta politica che può aspirare anche alla presidenza della Repubblica ed in questo senso il Movimento dovrebbe risparmiarlo rispetto ad altre collocazioni. In questo momento, se non si dovesse andare ad elezioni, io non vedo un Conte bis, ma vedo un Di Maio first”.