E’ stato condannato a 18 anni di reclusione per omicidio volontario e lesioni personali Giuseppe Pio De Fazio, il 19enne che il 20 marzo del 2022 sulla strada provinciale in località Cantorato investì con la sua Fiat “Doblò” (alla guida della quale s’era messo pur essendo sfornito di patente) uccidendola la piccola Taisiia Martseniuk, una bimba ucraina di appena 5 anni e ferì in modo serio Francesco Pio Macrì, il ragazzo crotonese di 17 anni che la portava in braccio

LA SENTENZA È STATA EMESSA IERI SERA POCO PRIMA DELLE 21.00 DAL GIUDICE PER L'UDIENZA PRELIMINARE DEL TRIBUNALE DI CROTONE, ELISA MARCHETTO, A CONCLUSIONE DEL PROCESSO SVOLTOSI CON 'RITO ABBREVIATO'

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E’ stato condannato a 18 anni di reclusione per omicidio volontario e lesioni personali Giuseppe Pio De Fazio, il 19enne che il 20 marzo del 2022 sulla strada provinciale in località Cantorato investì con la sua Fiat “Doblò” (alla guida della quale s’era messo pur essendo sfornito di patente) uccidendola la piccola Taisiia Martseniuk, una bimba ucraina di appena 5 anni e ferì in modo serio Francesco Pio Macrì, il ragazzo crotonese di 17 anni che la portava in braccio. La sentenza è stata emessa ieri sera poco prima delle 21.00 dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Crotone, Elisa Marchetto, a conclusione del Processo svoltosi con ‘Rito abbreviato’. Il pubblico ministero della Procura della Repubblica di sede… Alessandro Rho aveva chiesto una condanna di 15 anni.

De Fazio aveva investito la piccola bimba ucraina, che, in fuga dalla guerra con la madre, era arrivata pochi giorni prima da alcuni parenti di Crotone. Secondo le accuse proprio il ragazzo era l’obiettivo di De Fazio che era invaghito della ragazza ucraina. Dal canto suo il condannato ha sempre negato di aver investito deliberatamente quelle persone a passeggio sulla carreggiata e che, anzi, non aveva proprio visto. Il gup ha disposto anche gli arresti domiciliari per l’imputato, che fino a ieri sera era all’obbligo di dimora. Contestualmente, ha condannato l’imputato a risarcire le parti civili disponendo una provvisionale di 100mila euro in favore di ciascuno dei familiari della vittima.

De Fazio doveva rispondere anche di lesioni nei confronti del sedicenne crotonese che portava in spalla la bimba e che finì all’ospedale San Giovanni di Dio per i traumi riportati nell’urto, in seguito ai quali per 40 giorni non riuscì ad attendere alle occupazioni ordinarie. Il ragazzo era il fidanzatino della cuginetta della vittima, la 17enne ucraina che ai carabinieri, intervenuti quella tragica sera, riferì di aver riconosciuto in De Fazio il conducente del veicolo che prima viaggiava in senso opposto e, dopo una retromarcia, si diresse a velocità sostenuta contro il trio che camminava in fila indiana sul ciglio della strada. «Accelera, cambia traiettoria lungo l’asfalto su cui non ci sono segni di frenata, dopo l’investimento si allontana, torna sul luogo del delitto con atteggiamento strafottente». Così il pm aveva descritto il profilo di ‘un bullo di quartiere incline alla violenza’ durante una precedente Udienza.

Grazie alla esclusione dei ‘motivi abietti e futili’ i difensori dell’imputato Antonio Franco e Aldo Trucè hanno potuto avere accesso alla forma ‘abbreviata’ del Procedimento. Mercoledì 18, in Dibattimento, sono intervenuti i rappresentanti della difesa che hanno insistito ‘sull’assenza di dolo, riconducendo l’episodio alla distrazione del conducente che mentre era al volante chattava in continuazione al telefono cellulare con una donna, come risulterebbe dai tabulati’. Una tesi che il magistrato giudicante non ha accolto, avendo comminato una pena esemplare. Qualche giorno prima, del resto, i ragazzi avrebbero avuto un alterco a quanto pare dovuto al fatto che entrambi volevano frequentare la cuginetta di Taisiia. All’inizio nel Capo d’imputazione, era evidenziato il reato ‘Omicidio stradale’, ma successivamente il pm mutò l’Accusa in quella di ‘Omicidio volontario’, supportato nel suo convincimento dalla avvenuta acquisizione di perizie, testimonianze e chat estrapolate dal telefono dell’imputato. I legali di Parte Civile…, Mario Nigro e Tiziano Saporito, il primo difensore del ragazzo ferito, il secondo dei familiari della vittima, sono rimasti soddisfatti dalle Conclusioni dibattimentali.

In origine, si addossò la colpa dell’accaduto, Francesco De Fazio (imprenditore edile 45enne e padre del reo) prima affermando di essere lui a condurre il mezzo investitore, tanto che venne denunciato per ‘Omicidio stradale in concorso’ (benchè poi la sua responsabilità non venne accertata e il Giudizio Penale venne archiviato). Poi, l’uomo cambiò versione sostenendo di trovarsi accanto al figlio che era al volante, pur avendo solo il ‘foglio rosa’. Infine l’appaltatore ammise che il congiunto guidasse da solo come effettivamente riferì agli investigatori la moglie (informata oltretutto dal marito) e madre giovane guidatore.