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E’ un vero bollettino di guerra: il numero delle violenze ai danni delle donne, nel Siracusano, è impressionante… da ciò che emerge dai dati della Polizia di Stato, in un anno, dall’aprile del 2022 al 2023. Nel periodo preso in esame, si sono registrate 218 denunce di codice rosso che comprende varie tipologie…, dallo stalking, alle lesioni, dai maltrattamenti in famiglia alla violenza sessuale. Questo il tema della nuova inchiesta della striscia di informazione Sulle strade di Siracusa.
Il fenomeno è in crescita
Dall’osservatorio della Questura, risulta che il fenomeno è in crescita, come spiega la dirigente dell’Ufficio Upgsp della Questura di Siracusa, Giulia Guarino. “E’ in aumento- dice Guarino -ma ciò che è in crescita è l‘emersione del fenomeno, come risulta dai dati in nostro possesso, in particolare negli ultimi due anni”
Violenze senza distinzioni di contesti sociali
Secondo gli agenti di polizia, le violenze sulle donne non hanno una caratterizzazione sociale. “E’ un fenomeno trasversale dal punto di vista sociale, certo, laddove c’è un degrado sociale il terreno è più fertile per le violenze”.
I protocolli di intervento
Cosa accade quando la polizia riceve una denuncia? “Bisogna vedere – spiega la dirigente dell’Ufficio Upgsp della Questura di Siracusa, Giulia Guarino – quali sono le condizioni di pericolo, in particolare se convive con la persona che è accusata di averla maltrattata: in questo caso, la vittima ha la possibilità di essere collocata in una località protetta in attesa che l’autorità giudiziaria adotti le misure cautelari nei confronti di chi ha praticato violenza”.
La stanza rosa dei carabinieri
Nella caserma dei carabinieri di Siracusa c’è la cosiddetta stanza rosa che accoglie le donne vittime di violenze o maltrattamenti “nella prima fase della denuncia” spiega il tenente Chiara Ricciardi, comandante del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia dei carabinieri di Siracusa.
Nella stanza ci sono anche dei giocattoli, perché, “spesso le donne si presentano accompagnate dai propri figli e questo facilita molto la raccolta delle informazioni”. Inoltre, ci sono stampante e computer “per evitare che ci si possa spostare in altri ambienti della caserma che potrebbe scoraggiare la stessa vittima”.
“C’è anche una telecamera – spiega il tenente Ricciardi – per riprendere la testimonianza della donna in modo da cristallizzare le sue dichiarazioni ed evitare la cosiddetta vittimizzazione secondaria, cioè dover ripetere la drammatica esperienza una seconda volta”.