I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza stanno eseguendo un decreto di sequestro patrimoniale emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di un individuo operante nel versante tirrenico della provincia di Messina, ritenuto socialmente pericoloso

IL PROVVEDIMENTO SI ESTENDE ANCHE AI FAMILIARI DEL SOGGETTO INVESTIGATO, ORIGINARIO DI TORTORICI (ME) MA ATTIVO NEL COMPRENSORIO DI MONTALBANO ELICONA (ME)

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I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza stanno eseguendo un decreto di sequestro patrimoniale emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura Distrettuale della Repubblica, nei confronti di un individuo operante nel versante tirrenico della provincia di Messina, ritenuto socialmente pericoloso.

Il provvedimento si estende anche ai familiari del soggetto investigato, originario di Tortorici (ME) ma attivo nel comprensorio di Montalbano Elicona (ME). Questo è il risultato di una puntuale ricostruzione del profilo di pericolosità del proposto, sviluppata attraverso le risultanze di molteplici iniziative investigative avviate dalla Procura peloritana e dalla Guardia di Finanza di Messina.

Particolare rilevanza hanno avuto le evidenze giudiziarie emerse nell’indagine “TERRA MIA” del 2018 e, soprattutto, i risultati dell’operazione “NEBRODI”. Questa operazione, condotta nel gennaio 2020, ha delineato i contorni di una complessa organizzazione criminale di matrice mafiosa, ritenuta tale anche a seguito di un giudizio del Tribunale di Patti nell’ottobre 2022.

L’organizzazione coinvolgeva due articolazioni del gruppo dei “tortoriciani”, i “Batanesi” e i “Bontempo Scavo”, impegnati in molteplici attività illecite nel territorio dei Nebrodi. Le investigazioni hanno documentato la costante operatività di queste compagini criminali nella provincia peloritana, evidenziando una specifica propensione alla commissione di illeciti nel redditizio settore delle truffe comunitarie in agricoltura, per l’ottenimento indebito di fondi comunitari legati alla Politica Agricola Comune.

Il soggetto destinatario del provvedimento, come sintetizzato nella sentenza di primo grado del Tribunale di Patti, era in stretti rapporti con i “Batanesi”, rappresentando la “famiglia” in summit organizzati con esponenti della criminalità organizzata catanese. Si occupava di dirimere questioni attinenti al controllo del territorio e gestire estorsioni e appezzamenti di terreno utilizzati per truffare l’AGEA.

Gli approfondimenti economico-patrimoniali condotti dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Messina hanno rivelato la disponibilità di beni sproporzionati rispetto ai redditi leciti dichiarati, dimostrando una stretta correlazione temporale tra i comportamenti antisociali documentati e l’illecito arricchimento accertato.

La misura di prevenzione patrimoniale comprende tre compendi aziendali nel settore agricolo, sei terreni e due rapporti finanziari, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro. Il provvedimento non è definitivo, restando aperto a eventuali diverse valutazioni nelle successive fasi di giudizio, sia sulla pericolosità sociale che sulla sperequazione economica rilevata.

Questa operazione sottolinea l’attenzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale locale e della Guardia di Finanza di Messina nei confronti dell’area dei Nebrodi, mirata non solo alla repressione delle attività criminali, ma anche all’individuazione delle ricchezze illecitamente accumulate per restituirle alla collettività.