«Il centrodestra ha fatto male a riaprire le porte a Cuffaro dopo la condanna per favoreggiamento: E penso che alla Sicilia non servano ponti ma autostrade, ferrovie e aerei»

PAROLA DI ROSY BINDI, EX MINISTRA DELLA SALUTEE DELLA FAMIGLIA ED EX PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA

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Testo…, tratto da… www.repubblica.it!

«Il centrodestra ha fatto male a riaprire le porte a Cuffaro dopo la condanna per favoreggiamento: E penso che alla Sicilia non servano ponti ma autostrade, ferrovie e aerei». Parola di Rosy Bindi, ex ministra della Salutee della Famiglia ed ex presidente della commissione parlamentare Antimafia. Ora chenon ha più incarichi, Bindi ha scelto di diventare conferenziera a titolo gratuito. Oggi sarà lei, in videoconferenza, la prima relatrice della scuola di formazione all’impegno sociale e politico, promossa dalla diocesi di Marsala.

Cominciamo dal tema del suo intervento: ha ancora senso impegnarsi in politica?
«Oggi ha ancora più senso. L’aumento delle disuguaglianze, la guerra, il fenomeno migratorio, gli attacchi alla carta costituzionale, la forza delle mafle rappresentano una sfida epocale. Se la politica è debole, ci vuole l’impegno di tutte le forze sane di questo Paese per restituirle autorevolezza. Serve uno sforzo collettivo per cambiare paradigma. Lo dice anche papa Francesco».

Come si fa a coinvolgere i ragazzi?
«Nessuno aprirà loro le porte se non prenderanno l’ariete delle ideee della passione persfondare i fortini delle classi dirigenti. Devono moltiplicarsi le agenzie educative ed è un bene che la comunità ecclesiale organizzi scuole come questa. Nel magistero sociale della Chiesa c’è un modello di società che si avvicina al nuovo paradigma che dobbiamo costruire. Penso alla difesa del clima e al rifiuto della guerra. Questa generazione sembra più silenziosa e invece, come dice il Papa, dovrebbe fare chiasso. Ma quando viene messa alla prova, sprigiona energie che vanno valorizzate».

Lei dice che bisogna restituire forza alla politica, eppure ha suggerito di sciogliere il Partito che ha contribuito a fondare, il Pd…
«Gli strumenti tradizionali come i partiti, ormai rattrappiti, non possono essere la prima e unica porta d’ingresso. La cittadinanza si esercita anche con il lavoro, lo studio, l’impegno sociale. Non sono più iscritta a un Partito ma incoraggio l’impegno nei partiti nelle giovani generazioni. Il Pd si è di fatto sciolto nelle primarie, che hanno capovolto il voto degli iscritti. È la prova che c’è bisogno di ricostruzione. Questo avverrà solo se la nuova segretaria Schlein aprirà il Partito a tutte le energie che si trovano fuori e sono alla ricerca di rappresentanza».

L’ex presidente del Pd Rosy Bindi: “Aprire le porte a Cuffaro? Un errore del centrodestra’
«È un condannato per reati di tipo mafioso, ancorché riabilitato L’obiettivo non può essere il consenso a tutti i costi. Nonostante gli sforzi, non vedo ancora questa apertura».

In Sicilia assistiamo al ritorno in politica di Totò Cuffaro, l’ex governatore reduce da 7 anni di carcere per favoreggiamento alla mafia. Cosa ne pensa?
«Il centrodestra avrebbe dovuto porsi il problema di riaprire le porte a un condannato per reati di tipo mafioso, ancorché riabilitato. L’obiettivo non può essere raccogliere il consenso a tutti i costi. Auspico una vigilanza strettissima. Ex governatore Salvatore Cuffaro, segretario della Dc nuova: presidente della Regione dal 2001 al 2008 è stato condannato a sette anni per favoreggiamento a mafiosi sulla maggioranza che sta governando la Regione, da parte del cittadino elettore, ma soprattutto dell’opposizione, di tutte le forze politiche e della magistratura».

Cuffaro ha costruito il suo potere sulla sanità. Da ministra alla Salute, lei ha tentato di riformarla, ma il sistema è al collasso. Perché?
«La sanità è il settore in cul da molto tempo si misurano le disuguaglianze più odiose. È un ambito di grande interesse per i poteri mafiosi, non solo al Sud. Nell’ultimo triennio. Auspico vigilanza strettissima sulla maggioranza della Regione da parte dei cittadini, di tutte le forze politiche e della magistratura. L’incidenza della spesa sanitaria sul Pil è stata solo del 6%, mentre nel resto d’Europa è superiore al 7.E nella nuova Finanziaria il sottofinanziamento è ancora più evidente. Gli unici aumenti sono per le case farmaceutiche e la sanità privata. Si sta scivolando verso una privatizzazione che non solo al Sud comprometterà il diritto alla salute. Per non parlare del progetto di autonomia differenziata che metterà ancora più a rischio i beni communi».

Un cronista di Repubblica impegnato a seguire a Messina un corteo ambientalista è stato portato in questura. C’è un clima di repressione?
«C’è un tentativo di restringere le libertà e il diritto alla protesta. E emerso anche in occasione dello sciopero di venerdi. Le parole del ministro al Trasporti Salvini sono sembrate quasi uno sfottò verso i lavoratori che ogni giorno rischiano la vita, soprattutto al Sud dove le mafie lucrano sul caporalato e sul lavoro nero. Se aggiungiamo il progetto di riforma del premierato, è evidente che l’Italia si sta allontanando dalle grandi democrazie europee come Germania, Francia e Spagna, guardando più a Ungheria e Polonia. Meloni finora è stata più impegnata a occupare il potere che a prendersi cura della comunità».

Qual è il suo rapporto con la Sicilia?
«L’ho visitata per la prima volta in gita nell’anno della maturità. Era il 1969. Poi sono tomata molte volte per l’attività politica e istituzionale. Ho assistito al risveglio civile dopo le stragi del 1992. La Sicilia non è solo la terra che ha dato i natali a Riina. Provenzano o Messina Denaro, ma anche a Piersanti Mattarella, Pio la Torre, Falcone e Borsellino. E l’Italia è l’unico Paese che ha organizzato una vera lotta alla mafia».

Ora però anche l’Antimafia sembra sbiadita…
«Durante il mio mandato in commissione parlamentare, abbiamo fatto una relazione sull’Antimafia. Perché, si, qualcuno ci ha provato ed è riuscito a sporcarla. Ponte sullo Stretto, si o no? No da sempre. Non è il ponte che avvicina l’isola all’Italia e all’Europa… ma il rispetto dei diritti delle siciliane e dei siciliani. Penso ai soldi spesi finora per la progettazione del ponte e che invece potevano essere usati per infrastrutture internee collegamenti aerei».

Si ricandiderà?
«Ho trascorso 29 anni tra Parlamento nazionale ed europeo. Ho ricevuto più di quello che ho dato, non ho rimpianti. Ora cerco di restituire qualcosa svolgendo un impegno gratuito. Solo cittadini liberi possono riconnettere il tessuto sociale con le istituzioni e la politica. Mi spendo molto, anche se dovrei rallentare, soprattutto in chilometri perché la mia schiena ne risente. Ma sono convinta che si può fare e dare molto anche da cittadini comuni».