Il Teatro di Messina, in collaborazione con la Fondazione “Taormina Arte Sicilia,” presenta la nuova produzione della “Norma” di Vincenzo Bellini con un raffinato allestimento curato da Francesco Torrigiani. Questo evento segna un altro importante passo avanti per l’Ente teatrale messinese, consolidando la sua posizione nel contesto del “Bellini International Context 2023”.
Il Commissario straordinario, il dott. Orazio Miloro, ha espresso la sua soddisfazione per l’offerta di un’altra opera di produzione locale alla comunità. Ha sottolineato il ruolo chiave del Teatro Vittorio Emanuele nella promozione delle attività artistiche e culturali a Messina, ringraziando l’Assessore regionale on. Elvira Amata per il suo sostegno. Inoltre, ha confermato l’apertura alle scuole per assistere alle prove generali, una strategia che ha riscosso successo nel coinvolgere i giovani nella grande musica e nel teatro. Il Sovrintendente, avv. Gianfranco Scoglio, ha elogiato il Bellini International Context per il suo impegno nell’attrarre attenzione e apprezzamento grazie alle sue proposte di alta qualità. Ha sottolineato il contributo significativo del Teatro di Messina a questa manifestazione, ricordando il successo di “DiNcAnTo – Passi di danza sull’opera belliniana” nella scorsa edizione.
Quest’anno, il capolavoro “Norma” sarà messo in scena da un team di eccellenza, con la direzione di Giuseppe Ratti e la regia di Francesco Torrigiani. La compagnia di canto di livello assoluto è composta da Klara Kolonits, Stefano Secco, Alessia Nadin, e Gabriele Sagona. La prova generale, aperta esclusivamente alle scuole, si terrà lunedì 25 settembre alle ore 18. Si prevede il tutto esaurito per le due recite in programma mercoledì 27 e venerdì 29 settembre, con inizio alle ore 21.
Note di Regia scritte da Francesco Torrigiani
Quando ci è stata proposta la Regia per questa nuova Norma dal Teatro Vittorio Emanuele, che finalmente coronava il desiderio reciproco di tornare a lavorare insieme, mi sono concentrato immediatamente non soltanto sul “come” mettere in scena il capolavoro Belliniano, ma in primis sul “perché” farlo. Essere nella condizione personale di non dovere a tutti i costi mettere in scena un’Opera mette nella privilegiata condizione di selezionare le occasioni in cui farlo, dipendentemente dalle ragioni, dalle motivazioni profonde, che muovono le proprie decisioni. Ed il perché in questo caso è facile ad individuarsi… l’antico rapporto che mi lega al pubblico messinese, col quale negli anni ho trascorso grazie al Vittorio Emanuele le mie migliori esperienze teatrali (nei nomi di Mozart, Rossini, Donizetti…) era il motore intimo della decisione di accettare questo incarico.
L’idea dunque dell’allestimento nasce dal rapporto umano e artistico con gli uomini e le donne del teatro committente, inteso sia come istituzione, sia come lavoratori del Teatro, sia come pubblico. Da qui la volontà di applicare le idee che da sempre mi legano alla partitura di Norma all’occasione in cui andavamo in scena… il festival dedicato espressamente a Vincenzo Bellini. La Sicilia diventava così attore protagonista della mia fantasia interpretativa fino a finire al centro della narrazione stessa… lo scontro tra mondo “barbaro”, primitivo dei galli di Norma e la “civiltà” storica, l’occidente progressivo, di Pollione si andava legando sempre più alla terra, ai luoghi, dell’autore.
Da una lettura ispirata dalla Medea di Pasolini come dalle opere «telluriche» di Burri il racconto si è dipanato – nelle menti e nelle discussioni con Francesca Cannavò, Lisa Rufini e Gianni Pollini – come uno scontro tra pulsione primitiva e violenza della civiltà, a partire dall’anima della protagonista e con un fuoco particolare sulla sofferenza tragica dell’animo femminile nel contrasto con l’elemento maschile (elemento di tradimento, fuga e assenza). La narrazione si è svolta – nella fase di ideazione dello spettacolo – in un ambiente fortemente simbolico, che evocasse la terra di scrittura, la medesima in questo caso terra di rappresentazione e quindi di narrazione: la Sicilia di Bellini, la Sicilia del Vittorio Emanuele, la Sicilia della scena… nel segno de «a muntagna» e delle declinazioni naturali e artistiche della vita della terra che ospita lo spettacolo. La terra dei Druidi, il loro bosco sacro, la loro luna e i loro roghi purificatori verranno quindi visti attraverso la lente di in un ambiente lavico capace di alludere, con affetto e gratitudine, ai segni distintivi della terra protagonista della rappresentazione.
L’utilizzo di un linguaggio fortemente simbolico consente poi, come da sempre nel mio Teatro, l’ascensione ad un piano narrativo più alto, più libero, nel quale la drammaturgia tenta di interpretare l’anima musicale più profonda della partitura, superando perfino da un punto di vista terminologico il concetto di “spostamento di ambientazione”, di “attualizzazione” del racconto e di tutti quei concetti teatrali che – inseguendo da anni un “nuovo realismo” del Teatro contemporaneo – hanno già mostrato ormai in poco tempo la loro obsolescenza ed effimerità. È il tempo di ritrovare, nel ripristino del valore simbolico della narrazione scenica come strumento di liberazione dell’attività interpretativa dello spettatore, un Teatro che dialoghi con la contemporaneità, senza essere succube dell’attualità. Con la modestia che si deve a chi scrive, questa Regia cerca però di essere una voce chiara per la rinascita di un diverso modo di fare Teatro.
Informazioni sull’Opera in due atti di Vincenzo Bellini:
- su libretto di Felice Romani;
- dalla tragedia “Norma, ou L’infanticide” di Soumet;
- prima rappresentazione: Milano, Teatro alla Scala, 26 dicembre 1831.
Interpreti:
- Pollione Stefano Secco;
- Oroveso Gabriele Sagona;
- Norma Klara Kolonits;
- Adalgisa Alessia Nadin;
- Clotilde Oleksandra Ciajkovska;
- Flavio Davide Scigliano;
- Due fanciulli, figli di Norma e Pollione;
- Druidi, Bardi, Eubagi, sacerdotesse, guerrieri e soldati galli;
- Regia: Francesco Torrigiani;
- Scenografie: Francesca Cannavò;
- Scene: “La bottega fantastica & Co“;
- Costumi: Lisa Rufini “LowCostume s.r.l.“;
- Light Designer: Gianni Pollini;
- Video Designer: Mathias Schnabel;
- Aiuto Regista: Anna Tereshchenko;
- Direttore: Giuseppe Ratti;
- Orchestra del Teatro “Vittorio Emanuele”;
- Coro Lirico “Francesco Cilea”, diretto da Bruno Tirotta;
- Direttore palcoscenico: Nunzio Laganà.
Maestri collaboratori:
- Salvatore Crimaldi, maestro collaboratore alla banda;
- Antonio Gennaro, maestro accompagnatore al pianoforte;
- Salvatore Messina e Francesco Maisano, maestri collaboratori di palcoscenico;
- Oriana Celesti, maestro collaboratore alle luci;
- Responsabile trucco e parrucco: Jo Rizzo;
- Coordinatore artistico di produzione Matteo Pappalardo;
- Produzione E.a.r. “Teatro di Messina”;
- In collaborazione con E.A.R. Teatro di Messina;
- Fondazione Taormina Arte Sicilia.