“La Giustizia: Una parola semplice… puo’ farti emozionare, piangere, ridere, mettere ansia… puo’ essere raffigurata come una Dea che interviene per tutelare o per far rispettare la legge, concretizzandosi nel momento in cui pronuncia due termini… condannato ‘Assolto’… tutti vogliamo ascoltare… ‘Assolto'”

LO HA SOTTOLINEATO IN UN POST PUBBLICATO OGGI 12 LUGLIO 2024 SULLA SUA OMONIMA PAGINA FACEBOOK, FABRIZIO PIGNALBERI, LEADER DEL PARTITO NAZIONALE... 'PIÙ ITALIA' CON SEDE A FROSINONE

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“La Giustizia: Una parola semplice… puo’ farti emozionare, piangere, ridere, mettere ansia… puo’ essere raffigurata come una Dea che interviene per tutelare o per far rispettare la legge, concretizzandosi nel momento in cui pronuncia due termini… condannato ‘Assolto’… tutti vogliamo ascoltare… ‘Assolto'”. Lo ha sottolineato in un Post pubblicato oggi 12 luglio 2024 sulla sua omonima Pagina Facebook, Fabrizio Pignalberi, leader del Partito nazionale… ‘Più Italia’ con sede a Frosinone.

Pignalberi ha aggiunto: “la parola ‘Assolto’ ti libera da tanti pensieri negativi. Ma alcune volte, sentiamo affermare la parola ‘condannato’, pur essendo innocenti. Probabilmente perché il Giudice si è fatto un idea errata o forse perché è talmente costruita l’accusa, tale da mettere in difficoltà o indurre in errore il magistrato. Riguardo quest’ultima circostanza, vi sono altri due gradi di giudizio da espletare. Ho affrontato processi ed ho udito una sola volta ‘condannato’, per poi dover ricorrere in appello. Una condanna già scritta, tanto da essermi stato negato il diritto di difesa, la cui violazione successivamente è stata rilevata in secondo grado. Tantissime volte, invece ho sentito la parola… ‘Assolto’. Una parola spettacolare che racchiude tantissime emozioni e pensieri. Proprio quando la ascolti, il primo pensiero va alla famiglia, la quale hanno tentato di distruggere, attraverso i social e i media. Ai miei figli, poiché ho visto in loro scendere giù lacrime, tanto da dirmi forza papà siamo con te, tu non sei questo. A tutte quelle persone che mi sono state vicine nei momenti bui della mia vita. Al mio Partito che rappresento a livello nazionale”.

Ha specificato Pignalberi: “a tutti coloro che sono rimasti lì, nonostante tutto e tutti. Ho affrontato tutto e tutti, con fiducia, ma soprattutto con la consapevolezza di essere innocente. Mi hanno dipinto un mostro. Mi hanno buttato in mezzo ad un branco di pecore, ma alla fine ne sono uscito lupo. Voglio dare un consiglio ai magistrati. Prima di costruire un idea, quando non vi sono prove, valutate anche le condotte delle persone, perché un imputato che si ritiene innocente, ma propone di chiudere bonariamente la vicenda e la controparte rifiuta qualsiasi offerta, ciò significa che quelle persone vogliono e sperano solamente nella CONDANNA, per poi pubblicizzare e distruggere l’immagine della stessa persona. Infine, il mio pensiero va all’ultimo magistrato che ha emesso la sentenza, condannandomi a 1000 euro per due post e un sms, perché veniva riportato il mio nome (ma non conosco neanche l’esistenza). Ma per un fatto di principio ho ricorso in appello. Il motivo non attiene alla corresponsione della somma di 1000 euro, ma per far vedere, a prescindere dell’esiguita della somma che, anche per tali post sono estraneo”.

Pignalberi ha evidenziato: “quando lo stesso Giudice ha detto, a gran voce e con sorriso smagliante ‘Assolto’ in formula piena, perché il fatto non sussiste per tutti gli altri reati contestati, giuro di aver provato un emozione inspiegabile. Non perché avessi dubbi, anzi neppure i mille euro avrebbe dovuto riportare, ma solamente perché durante il processo avevo percepito che lo stesso magistrato avesse un opinione errata sul mio conto. Invece no, per la prima volta mi sono sbagliato a valutare. MEGLIO COSÌ. Una sentenza che apre le porte alla calunnia e alla diffamazione. A tal proposito, i miei legali hanno già ricevuto il mandato. Sapete perché lo faccio? Per due motivi… il primo perché le parti offese erano convinte che il Giudice mi condannasse, addirittura scrivendo che fosse stanca ecc. ecc.; il secondo perché quei soldi che andrò a prendere, li darò in beneficenza ai bambini che, oggi non hanno e non possono permettersi neppure un sorriso”.

Pignalberi ha concluso: “quel sorriso che con tale sentenza, Voi invece mi avete donato. Ringrazio i miei difensori, la mia famiglia, il Partito, i miei difensori e tutte le persone che mi hanno sostenuto, ma in particolar modo ringrazio la magistratura. Viva l’Italia. Viva la Giustizia italiana”.