Lo ha scritto l’autore Giuseppe Bucalo, scrittore sul sito internet… www.antipsichiatria.it, in riferimento al caso di Andrea Soldi un ragazzo di Torino morto soffocato il 5 agosto 2015, dopo un tentativo di Trattamento Sanitario Obbligatorio effettuato in suo danno e contro la sua volontà… da 3 vigili urbani ed un medico poi condannati per la sua morte

"NORMALITA' RECIDIVA"

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“Andrea, faremo tutto il possibile affinché quello che è successo a te, non accada più”. Lo ha scritto l’autore Giuseppe Bucalo, scrittore sul internet… www.antipsichiatria.it!

Così prosegue Bucalo: “sta scritto sulla panchina in cui soleva sedersi Andrea Soldi fino al giorno in cui una squadra specializzata in TSO del Comune di Torino, mette fine alla sua vita, soffocandolo, nel tentativo di obbligarlo a fare una puntura che lo psichiatra e la famiglia ritenevano necessaria e indispensabile e lui semplicemente rifiutava. L’abbiamo fatto? La sentenza di condanna definitiva del medico e dei 3 vigili urbani del Comune di Torino è tutto il possibile? Rende giustizia a Andrea? Andrea Soldi, come tutti, non muore a causa della -malattia mentale- di cui gli altri lo accusano di essere portatore, ma della -cura- che altri ritengono, senza alcun fondamento scientifico e con tante evidenze storiche del contrario, abbia bisogno”.

Ed ancora: “quello che è successo a Andrea continuerà ad accadere (ed è accaduto, come i più attenti ricordano, ancora), perché non abbiamo preso consapevolezza dei fatti, ma abbiamo continuato a raccontarci la storia dello -schizofrenico- sofferente ucciso dalla negligenza, l’imperizia e la scarsa professionalità di chi lo doveva sedare. Quello che è realmente successo, di fatti, è che un libero cittadino, su mandato dei propri familiari, viene fermato su una panchina in una pubblica piazza, dove non sta facendo male ad alcuno, né violando alcuna legge penale, e costretto con ogni mezzo, fino a provocarne la morte, ad essere sottoposto ad una terapia a cui chiaramente ed esplicitamente non ha dato il consenso. Non fosse morto, non si sarebbe levata alcuna voce indignata contro il sequestro di persona e la violenza subite”.

Prosegue Bucalo: “se sostituissimo la parola -schizofrenico- con qualsiasi altra diagnosi di malattia, non infettiva o contagiosa, vedremmo chiaramente cosa è successo. La -schizofrenia- di Andrea, non a caso ribadita in ogni articolo di stampa, serve a mistificare la bieca violenza e violazione sistematica dei diritti che va sotto il nome di trattamento sanitario obbligatorio. Siamo tutti (o quasi) attenti e puntuali nel difendere le libertà personali, finanche il diritto delle persone di porre fine alla propria esistenza, ma restiamo attoniti, omertosi e complici, di fronte alla violazione sistematica della libertà di scelta, dei corpi e dei diritti degli utenti involontari della psichiatria”.

Bucalo conclude: “se Andrea, come ogni cittadino italiano, avesse semplicemente avuto il diritto di dire di no, tutto questo non sarebbe successo. Se le comunità sociali, i familiari e le tante (troppe) persone affette da -normalità cronica-, accettassero che le persone possano vivere in maniera propria, aldilà delle nostre aspettative e delle nostre opinioni, gli psichiatri potrebbero abbandonare la loro missione e il loro accanimento nei confronti di essere inermi abbandonati dal contesto e dalle leggi nelle loro mani, nel più assoluto arbitrio e fuori da ogni controllo legale o sociale. La sentenza che condanna lo psichiatra e i vigili urbani, assolve il TSO e la psichiatria. Assolve i familiari e la società intera. Questo non è tutto il possibile. Non è nemmeno quello che la storia di Andrea ci chiede. E’ solo il frutto di una normalità recidiva”.