“Purtroppo Luca non tornerà a casa: A tutti coloro – e sono tantissimi – che negli ultimi 10 giorni, dopo il mio ultimo post su questo caso mi hanno scritto per sapere di Luca, comunico che ieri in via definitiva il Tribunale dei Minori di Milano ha annunciato di aver rigettato il ricorso fatto dalla famiglia affidataria del bambino”

LO HA RIFERITO IERI SULLA SUA OMONIMA PAGINA FACEBOOK, IL MEDICO, PSICOTERAPEUTA E SCRITTORE ALBERTO PELLAI DI VARESE

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“Purtroppo Luca non tornerà a casa: A tutti coloro – e sono tantissimi – che negli ultimi 10 giorni, dopo il mio ultimo post su questo caso mi hanno scritto per sapere di Luca, comunico che ieri in via definitiva il Tribunale dei Minori di Milano ha annunciato di aver rigettato il ricorso fatto dalla famiglia affidataria del bambino”. Lo ha riferito ieri sulla sua omonima Pagina Facebook, il medico, psicoterapeuta e scrittore Alberto Pellai di Varese.

Pellai ha proseguito così il suo racconto:

  • “quindi Luca rimarrà nella famiglia adottiva cui è stato assegnato poche settimane fa. Il Tribunale dei Minori ha stabilito che questa è la migliore soluzione per questo bambino contro ogni evidenza clinica e contraddicendo la giurisprudenza che su casi come questo si è già espressa in altre sedi e in altri casi in modo completamente diverso, privilegiando – come è giusto che sia – il principio della continuità affettiva”;
  • “tutte le persone che si sono interessate a questo caso sono state accusate di averlo ‘mediatizzato’ e la mediatizzazione del caso compare nella decisione finale del Tribunale dei Minori come la ragione per cui il bambino da settimane non ha più potuto vedere nemmeno per un minuto la famiglia che lo ha amato e cresciuto praticamente da quando è nato. Non va trascurato il fatto che il bambino è stato prelevato come un pacco postale e dopo sole due ore di avvicinamento alla famiglia adottiva, spostato lì senza più avere alcun contatto con i due genitori che lo hanno amato e cresciuto dal suo primo mese”;
  • “ieri (lunedì 7 aprile – Nota di Redazione) nel corso della trasmissione Quarta Repubblica andata in onda su Rete4, Simonetta Matone, oggi Deputata alla Camera ma per tutta la vita figura di spicco della Giustizia Minorile, si è dichiarata totalmente contraria alla decisione presa nei confronti di questo bambino. Lo ha fatto dopo aver visionato tutto il fascicolo relativo al suo caso e aver avuto contatti diretti con chi aveva il potere di non rigettare il ricorso”;
  • “siamo tutti amareggiati e sconvolti. Ora, per la revisione del caso di Luca, occorre ricominciare tutto daccapo e questo comporta che la prossima decisione che potrebbe ribaltare quanto stabilito dal Tribunale dei Minori di Milano potrà arrivare solo in un tempo minimo di alcuni mesi, perché sono questi i tempi della Giustizia purtroppo. Questo bambino si trova letteralmente catturato nelle maglie dei tempi di una Giustizia che con lui è stata spaventosamente ingiusta, che non ne ha tutelato i diritti e il bene maggiore”;
  • “è stato l’oggetto di uno scontro di poteri, che ha messo una regola burocratica davanti ad ogni interesse del minore. Io non avrei mai immaginato che questo sarebbe stato l’esito. E scopro che avendone parlato in modo ufficiale e pubblico, ho contribuito alla decisione del Tribunale dei Minori di allontanare velocemente e definitivamente il bambino dalla famiglia che lo ha amato e cresciuto dal primo mese di vita. Ovvero, io stesso con il mio lavoro di specialista dell’età evolutiva, mi sono trasformato per Luca da fattore di protezione a fattore di rischio, cosa che mi fa soffrire oltre modo”;
  • “ma lasciatemi dire, cosa che mi indigna oltre modo. Non so più a chi è possibile chiedere un pronto intervento e un ‘dispositivo giuridico speciale e urgente’ che acceleri la revisione e ridefinizione del caso e la riassegnazione di Luca ai suoi genitori affidatari, se questa è la cosa migliore per lui (e di questo, nella trasmissione di Rete4, Simonetta Matone lo ha confermato al di là di ogni ragionevole dubbio). Come può accadere tutto questo nel terzo millennio? A questo punto io non so più come e a chi chiedere aiuto”.