Reggio Calabria: sono stati tolti (dai giudici del Tribunale per i minorenni) i figli…, a un pentito

IL PROGETTO “LIBERI DI SCEGLIERE” NON SI FERMA

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Testo…, tratto da… www.gazzettadelsud.it.

Il contesto mafioso alla periferia Sud di Reggio Calabria era talmente asfissiante e così profondamente intriso di ’ndrangheta – un nonno, vecchio boss all’ergastolo; l’altro nonno pluripregiudicato, il padre e la madre arrestati sempre per reati inerenti alla ’ndrangheta e anche qualche zio finito nella rete tesa dalla Dda – che il Tribunale per i minorenni di Reggio Calabria non ha avuto scelta ed è dovuto intervenire per dare un taglio netto a una situazione pericolosa in cui due fratelli adolescenti non avevano più l’opportunità di una crescita serena ed equilibrata e, quindi, la possibilità di costruirsi una vita diversa e migliore da quella che offriva loro la ’ndrangheta.

Una storia simile a tante altre, quella di questi due fratelli reggini di 15 e 10 anni, che sono stati al centro della decisione assunta dal Tribunale che ha privato delle funzioni genitoriali entrambi i genitori e ha ritenuto che neppure le nonne – le uniche a non essere attinte da provvedimenti cautelari – fossero idonee a offrire le necessarie garanzie per l’educazione dei due nipoti.

L’episodio di autolesionismo
Un brutto episodio aveva caratterizzato uno degli ultimi incontri in video colloquio col padre. In questo frangente l’uomo, un pentito, si sarebbe reso protagonista di atti di autolesionismo infliggendosi dei tagli provocando un grave turbamento alla figlia.

Questa, tuttavia, è una storia che è anche singolare, perché il genitore cui sono stati tolti i figli è un “pentito” di ’ndrangheta.