Un incubo che ha avuto inizio tre anni fa, nel 2021… Gaia, 43 anni, un giorno è arrivata all’ospedale Regina Margherita con due costole rotte: “Regalo” dell’ex compagno con problemi legati all’alcol… la donna, madre di due figli piccoli, spinta anche dalle dottoresse dell’ospedale che la stavano curando, ha trovato la forza dopo tanto tempo di andare a denunciare quel compagno violento

«MA DA QUEL MOMENTO È INIZIATO IL MIO CALVARIO, CHE PROSEGUE TUTTORA..., HO PERSO IL MIO LAVORO E I MIEI FIGLI VANNO POCHISSIMO A SCUOLA», RACCONTA GAIA, CHE OGGI VIVE IN UNA COMUNITÀ A TORINO CON I SUOI DUE FIGLI, UN BAMBINO DI DIECI ANNI E UNA BIMBA DI SEI... UNA VITA DA INCUBO

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Testo…, tratto da… www.torinocronaca.it!

Un incubo che ha avuto inizio tre anni fa, nel 2021… Gaia, 43 anni, un giorno è arrivata all’ospedale Regina Margherita con due costole rotte: “Regalo” dell’ex compagno con problemi legati all’alcol… la donna, madre di due figli piccoli, spinta anche dalle dottoresse dell’ospedale che la stavano curando, ha trovato la forza dopo tanto tempo di andare a denunciare quel compagno violento.

«Ma da quel momento è iniziato il mio calvario, che prosegue tuttora…, ho perso il mio lavoro e i miei figli vanno pochissimo a scuola», racconta Gaia, che oggi vive in una comunità a Torino con i suoi due figli, un bambino di dieci anni e una bimba di sei… una vita da incubo.

Colpa, a quanto pare, dell’iter burocratico “monstre” imposto dal Tribunale dei minori che da anni obbliga Gaia a presentarsi con i due bambini continuamente ai colloqui con gli assistenti sociali. Pena, secondo quanto riferisce la donna, la minaccia di allontanarla dai suoi bambini. Un’agenda di colloqui fittissima, con anche tre o quattro appuntamenti alla settimana.

«Ero responsabile cross marketing, guadagnavo bene, ma ho dovuto prendere così tanti permessi e ferie per gli appuntamenti imposti dal Tribunale che alla fine mi hanno licenziata. E ho perso anche il lavoro che avevo trovato successivamente, part-time. Inoltre, i miei figli hanno saltato tantissimi giorni di scuola».

E questo, perché la 43enne, dopo tanto tempo, aveva finalmente trovato il coraggio di presentarsi negli uffici della polizia di via Olivero per sporgere denuncia contro l’uomo che la maltrattava e la picchiava, e che è anche il papà dei suoi bambini. Un boomerang, dunque, quella denuncia per maltrattamenti alla polizia. Gaia racconta di essere stata mandata anche al Sert, i Servizi per la patologia da dipendenze.

«Come se fossi una drogata o un’alcolizzata», si sfoga la donna. Che spiega poi di essere stata anche costretta a vendere la casa di proprietà, dove risiedeva nel quartiere Santa Rita, dopo la perdita del suo lavoro. Con i soldi ricavati la signora ha acquistato una casa fuori Torino, a Bagnolo Piemonte.

«Ma non ci posso andare, perché di fatto vivo “prigioniera” in una struttura a Torino. Con me ci sono altre cinque mamme, tutte straniere».

Nella casa-famiglia, Gaia ci vive dal luglio 2023, con i due ragazzi… ormai, è passato quasi un anno: «Vorrei tanto uscire, andare nella casa che ho comprato, con i miei soldi, dopo avere venduto l’alloggio in cui per vent’anni ho pagato il mutuo. E invece non posso». Ancora ieri, l’ultimo episodio degno di nota. «I miei figli – racconta – volevano andare al parco della Tesoriera. Era una bella giornata e avevano voglia di giocare all’aperto. Mi è stato impedito. “Se lo fai chiamiamo i carabinieri”, mi sono sentita rispondere dai responsabili della struttura. Come se vivessi in carcere».

Oggi Gaia cerca di sbarcare il lunario facendo le pulizie in un albergo, si è anche iscritta al corso per Oss… ma la sua “clausura” le impedisce di avere una vita normale: «Mi sono anche ammalata per colpa di questa situazione. Non capisco cosa ho fatto di male. Questa è la riconoscenza per avere denunciato un violento».

E la 43enne è pure appiedata, perché dopo la casa è stata costretta a vendere anche l’auto. Ad assistere la donna è l’avvocato Bruna Puglisi. «Gesti eclatanti? Ci ho pensato. Sono anche pronta – dice Gaia – ad andare a incatenarmi davanti al Tribunale dei minori».