Anastasia Reho, cintura nera I dan e atleta del Karate Shotokan, Team Forsennato” , inizia a praticare Karate all’età di 5 anni, dopo aver capito che la danza non era uno sport adatto a lei. Capì a quell’età che il kimono era l’abito giusto per lei e a colpirla sono stati la dinamicità, il movimento e il rapporto che si creava con i compagni. Le arti marziali l’hanno sempre affascinata ma il karate, disciplina che pratica tuttora dopo aver provato judo, wing tsun e KickBoxing, ha un qualcosa di particolare poiché il karate non è un’arte marziale ma un vero e proprio stile di vita che ormai da più di 10 anni ha scelto di proseguire.
Spiega che “essere un karateka non è semplice. Essere un karateka vuol dire essere pieni di determinazione, coraggio, lealtà. L’atleta che pratica karate deve avere molta pazienza, una mente libera e pronto verso ogni tipo di apprendimento. Come dico sempre un karateka non è un atleta pieno solo di forza fisica ma soprattutto pieno di sapere in ciò che fa”.
Il karate – continua l’atleta – si differenzia sostanzialmente in kata e kumite. Queste Ultime si differenziano molto. Il kumite è un vero e proprio combattimento tra due atleti. Il kata invece è una serie di movimenti che rappresentano varie tecniche di combattimento dando molta importanza soprattutto allo spazio, tempo e velocità. Molto spesso i kata vengono sottovalutati. Il kata è un combattimento contro più avversari immaginari. Per i praticanti rappresenta l’essenza dell’arte marziale perché racchiude in sé lo studio delle tecniche fondamentali (Kihon) importanti per poi eseguire un buon kumite e oltre allo shotokan esistono tanti stili di karate come Shotokai , Shitō-ryū , Kyokushinkai, Goju-Ryu e tanti altri ancora”.
Oggi si parla sempre più di difesa personale femminile e, come afferma la Reho, “al giorno d’oggi sapersi difendere è molto importante, non si sa mai chi potremmo incontrare di fronte per strada con cattive intenzioni. Praticare difesa personale dà anche un senso di sicurezza in più alle donne. Quel senso che serve a tutti per poter affrontare alcune situazioni difficili che ci troviamo davanti”.
Sogni nel cassetto – conclude – “beh un grande sogno da karateka che ho è quello di entrare nelle fiamme oro. È sempre stato per me un grande sogno che mi piacerebbe realizzare. Ma come obbiettivo nella vita è quello di svolgere in futuro un mestiere, un qualcosa che possa servire a far bene agli altri. Per ora in testa c’è l’idea di diventare un medico, poi chissà cosa mi riserverà il futuro”.